DESCRIZIONE DEL CORBEZZOLO

G. Nieddu, I. Chessa

Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei - Università di Sassari, Italy

 

SPECIE BOTANICA: Arbutus unedo L.

FAMIGLIA: ERICACEAE

HABITAT: La specie è originaria delle regioni costiere mediterranee, dall’Europa meridionale all’ Asia occidentale e Africa settentrionale, caratterizzate da clima mite ed aridità estiva. Insieme a numerose altre specie arboree ed arbustive tipiche dell’associazione vegetale nota come macchia mediterranea, tra le quali la quercia da sughero ed il leccio, l’oleastro, il mirto e l’erica (Quercus suber, Quercus ilex, Olea oleaster, Myrtus communis, Erica arborea), caratterizza il paesaggio mediterraneo dal livello del mare sino all’alta collina dei 700-1000 m. La presenza del corbezzolo in alcune aree atlantiche e nell’Irlanda consente sia l’ipotesi di introduzione antropica durante il periodo romano, dove la pianta era assai conosciuta ed apprezzata, sia quella che considera la specie come indigena, in quanto relitto di una precedente vegetazione mesofila esistente prima dell’ultima glaciazione. Sebbene presente spontaneamente in diversi tipi di suolo, preferisce i substrati sciolti e subacidi e le aree soleggiate o non soggette a gelate.

 

PIANTA: La pianta è un arbusto sempreverde, anche se può raggiungere dimensioni ragguardevoli tipiche di una pianta arborea (Æ 2,5 m, h. 5 –8 m), come in alcuni esemplari segnalati in Sardegna ed in Spagna.

Le foglie, semplici , alterne e con un breve picciolo, hanno una forma ellitica od obovata e raggiungono dimensioni variabili dai 4,5 ai 12 cm. La lamina, glabra , di color verde scuro nella pagina superiore e verde chiaro in quella inferiore, è coriacea, con margini interi o leggermente dentati. Nelle nervature e nei giovani rametti è evidente una colorazione rossastra.

 

FIORI: Il corbezzolo è caratterizzato da infiorescenze terminali e pendule di 6-10 cm , composte da 15-30 fiori. I fiori, ermafroditi, hanno una corolla urceolata, con cinque brevi denti, dal colore variabile dal bianco al crema, talvolta rosato nella parte esposta al sole. All’interno sono evidenti 10 stami con filamento tomentoso e un ovario con 5 logge e numerosi ovuli. La fioritura avviene da settembre a marzo, quasi contemporaneamente alla maturazione dei frutti formatisi l’anno precedente. L’impollinazione è entomofila, dovuta principalmente alle api che producono un miele dal caratteristico sapore amaro.

 

FRUTTO: Il frutto è una bacca piccola, da 4 a 8 grammi, di forma variabile dalla appiattita alla globosa, talvolta con evidenza di un umbone. L’epidermide è aranciata o rossastra, irta di numerosi e piccoli tubercoli, mentre la polpa ambrata è ricca di sclereidi e di un numero variabile di semi. Il frutto edule e ricco di zuccheri e vitamina C, sin dall’antichità non è considerato particolarmente pregiato per il consumo fresco. A questa peculiarità deve il suo nome latino unum edo, che consiglia un uso moderato del frutto fresco.

 

USI: Oltre alla produzione del miele amaro, importante in regioni quali la Sardegna ed assai conosciuto per le sue proprietà antisettiche, il frutto si presta ad un moderato consumo fresco, specie se associato a quello di altri piccoli frutti del bosco. La sua trasormazione consente l’ottenimento di marmellate, gelatine, sciroppi, canditi, fermentati e distallati. Le foglie e la corteccia contengono principi attivi utilizzati in erboristeria ed una notevole quantità di tannini sfruttati a livello industriale, sopratutto per la produzione di coloranti e per la concia delle pelli. Il corbezzolo, inoltre, rappresenta una fonte alimentare importante per gli animali che vivono nella macchia e, recentemente, è in atto un certo interesse da parte dell’industria florovivaistica che utilizza sia l’intera pianta che le fronde recise. E’ una specie con una grande capacità di reazione agli incendi e trova impiego anche nei rimboschimenti e nel consolidamento delle dune.