DESCRIZIONE DEL FICODINDIA

I. Chessa, G. Nieddu

Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei – Università di Sassari, Italy

 

FAMIGLIA: CACTACEAE; SOTTOFAMIGLIA: OPUNTIODEAE

GENERE: Opuntia spp. (Tourn.) Mill.

HABITAT. Le specie ancestrali si sono originate nell’America tropicale, ma è negli altopiani messicani semi-aridi che si riscontra il centro della maggiore diversità genetica delle specie del genere Opuntia. Presenti in tutto il continente americano, dalle regioni meridionali del Canada alla Patagonia, si sono nel tempo diffuse in coltura in diverse aree dell’Europa, soprattutto nei paesi del bacino Mediterraneo, in Africa e Australia. Il ficodindia, grazie alla sua elevata capacità di adattamento a condizioni ambientali differenti, cresce sia nelle aree di pianura e litoranee, sia negli altopiani e in diverse associazioni vegetali. Caratteristica comune delle aree di diffusione è un grado più o meno accentuato di aridità, condizione a cui la pianta è adattata grazie al metabolismo fotosintetico di CAM obbligata. Le basse temperature invernali (da -6 a –8°C) riducono l’attività vegeto-produttiva delle piante in coltura, ma non costituiscono un fattore limitante per le specie selvatiche. I suoli idonei alla coltura hanno una profondità di circa 20-40 cm, sono di tessitura media e con valori di pH che oscillano tra 5.0 e 7.5.

 

PIANTA. La pianta, arborescente di altezza sino ai 3-5 m, è caratterizzata dall’articolazione della parte aerea in internodi appiattiti (cladodi o comunemente pale), verdi e rivestiti di cere, di forma generalmente obovata, dimensioni variabili e pari a 30-60 cm in lunghezza, 20-40 cm in larghezza e 19-28 mm di spessore. Le foglie, presenti sui giovani cladodi o sull’asse fiorale sino alla fioritura, sono effimere avendo una durata di circa 30 giorni, di forma conica e lunghe pochi millimetri. Alla loro base compaiono le areole, gemme ascellari modificate presenti in numero costante per cladodio (in Opuntia ficus indica 8-9 serie spiralate), su cui si inseriscono spine e glochidi e che possono evolversi in radici, cladodi o fiori. Le spine vere e proprie, assenti nelle specie cosidette inermi come l’O. ficus-indica, sono sclerificate, di lunghezza e colore diversi. I glochidi, in genere presenti, non essendo sclerificati alla base sono caduchi, generalmente gialli, lunghi pochi millimetri e sottili. I cladodi basali tendono a lignificare fino a formare un tronco ben definito. L’apparato radicale è piuttosto superficiale, ma nelle piante non sottoposte a coltura appare molto esteso.

 

FIORI. Questi si differenziano, prevalentemente, dalle areole disposte lungo il margine superiore della corona dei cladodi di un anno. Sono ermafroditi, hanno il calice e la corolla formati da sepali poco evidenti e petali appariscenti di diverso colore, più spesso giallo-aranciato. Il pericarpello è 2-2.5 volte più lungo del perianzio, è tubercolato con circa 8 serie di areole spiralate. Gli stami sono numerosi e circondano il gineceo, costituito da un pistillo sormontato da uno stigma multiplo. L’ovario è infero, uniloculare, con diversi ovuli disposti in placentazione parietale. La fioritura avviene, in ambiente mediterraneo e nelle piante coltivate, nei mesi di maggio e giugno. L’antesi si compie in un arco di tempo molto breve, da 24 ore (negli ambienti aridi del Messico) a 36-48 ore (nelle piante coltivate della Sicilia e della Sardegna). L’autoimpollinazione e l’impollinazione incrociata possono coesistere e diverse specie sono caratterizzate da cleistogamia pre-antesi, in quanto lo stigma può essere recettivo prima dell’apertura del fiore.

 

FRUTTO. E’ una bacca uniloculare, carnosa e polispermica. La polpa si origina dalle cellule papillari dell’epidermide dorsale dell’involucro funicolare e dal funicolo, mentre l’epicarpo deriva dal ricettacolo, tessuto vegetativo che circonda l’ovario. Un’elevata variabilità nella forma, dimensioni, colore dei frutti e caratteristiche qualitative è riscontrabile non solo tra le diverse specie e biotipi, ma anche nel loro interno. I semi sono numerosi (da circa 100 a oltre 400 per frutto), di forma discoidale e di diametro pari a circa 3-4 mm. Sono frequenti anomalie dei frutti. Il frutto si sviluppa e si accresce in peso fresco secondo una curva a doppia sigmoide. Il valore nutritivo è legato, essenzialmente, al contenuto di glucosio (6-8%) e fruttosio (5-6%); il livello di acido ascorbico (23mg 100-1g) è discreto, mentre l’acidità è ridotta (0.06%).

 

VARIETA’. In Messico vengono utilizzate per la produzione di frutti numerose specie di Opuntia, mentre in Italia e, in genere, nelle aree mediterranee viene coltivata l’Opuntia ficus-indica. La mancanza di uno standard varietale ben definito ha determinato lo sviluppo nei paesi produttori di popolazioni clonali, prevalentemente distinte in base a caratteri morfologici del frutto o dei cladodi. Così in Italia si sono affermate tre principali varietà la cui denominazione deriva dal colore del frutto, e analogamente in Spagna; in Sudafrica sono presenti varietà con cladodi di forma diversa, mentre in Cile la varietà più diffusa ha frutti verdi anche a maturazione. Altri caratteri distintivi (vigore vegetativo, tenore in zuccheri, proteine e fibre dei cladodi, ecc.) definiscono le varietà utilizzate per gli altri usi.

 

USI. Il ficodindia consente una molteplicità di utilizzazioni in diversi settori e con l’impiego delle diverse parti della pianta. Nell’agro-alimentare, oltre al consumo fresco dei frutti, si producono marmellate, bevande alcooliche e non, sciroppi, canditi, farine, oli estratti dai semi. I giovani cladodi sono consumati come verdura (limitatamente al Messico) o trasformati. Per l’alimentazione del bestiame il prodotto viene prevalentemente consumato fresco, ma può anche essere insilato, consentendo così l’impiego di materiale di potatura ottenuto da impianti destinati anche ad altri usi. Le diverse parti della pianta sono utilizzate anche dall’industria (coloranti, mucillagini, pectine, concimi organici, biogas), dal settore farmaceutico (cura del diabete, dell’obesità, delle affezioni infiammatorie ecc.) e della cosmesi. Le Opuntiae, inoltre, sono utilizzate a scopi ornamentali.